lunedì 27 giugno 2011

I PRO E I CONTRO DELLE RISATE REGISTRATE NELLE SIT-COM


Vedendo una sit-com di qualunque genere, per esempio Friends o il recente The Big Bang Theory, vi siete chiesti chi è che ride in sottofondo durante le scene? Da dove provengono queste “risate registrate”? E a cosa servono? Le risposte cercheremo di darvele in questo articolo.

Le risate registrate, in inglese laugh track, sono delle registrazioni di risate effettuate in studio, che vengono inserite nelle sit-com (situation comedy) e nei programmi televisivi (come Striscia la Notizia nostrano) e radiofonici. Fungono da accompagnamento a gag, battute e situazioni tanto imbarazzanti quanto comiche, e accompagnano, quindi, la battuta dell’attore televisivo. L’origine delle risate registrate risale agli anni cinquanta negli Stati Uniti. Prima della televisione, era il pubblico in sala che, assistendo agli show dal vivo, rideva vedendo divertenti gag on stage oppure rideva semplicemente ascoltando i programmi radiofonici. Con l’introduzione di questo nuovo mezzo di comunicazione, il panorama tecnologico si ampia e porta una nuova innovazione nelle sit-com: le risate registrate. Nate con lo scopo di ricreare la presenza di un pubblico vero, le laugh track furono una rivoluzione. In telefilm come Mia moglie è una strega, le risate registrate dovevano servire come risposta a una scena televisiva quando il vero pubblico in sala non rideva di fronte certe situazioni bizzarre. Con l’avvento degli anni sessanta, si ha l’esplosione della televisione e del cinema. Ci si rende conto che utilizzare ogni volta un pubblico diverso, che vede e ride guardando un show dal vivo, sta diventando costoso. Vennero realizzati due versioni di uno stesso episodio: uno senza risate registrate, l’altro con esse. Il risultato? Le risate registrate furono un successo. La scelta di applicarle nei successivi show televisivi fu geniale.

Si capì che senza le canned laughter – altro termine per chiamare le risate registrate; questo indica le “risate confezionate” – uno show era destinato a fallire. Senza situazioni comiche, gli spettatori americani non erano particolarmente interessati a guardare un telefilm, poiché non riuscivano a capire se si trattasse di una commedia.

Siamo negli anni settanta, e iniziano ad essere rappresentati in televisione temi importanti come il razzismo e la guerra. Le sit-com hanno la loro parte. Un celebre telefilm degli anni ’70, M*A*S*H*, non contiene risate registrate. Il creatore della serie, Larry Gelbart, voleva inserirle nei titoli iniziali, ma la CBS rigettò l’idea – M*A*S*H* era un telefilm di guerra, incentrato sulle vicende della guerra di Corea. Tuttavia fu raggiunto un compromesso, e ai produttori della serie fu concesso di omettere le risate confezionate durante le scene di apertura, se volevano. Come risultato, alcune scene iniziali contenevano risate registrate, mentre nel resto dell’episodio erano assenti. La sit-com Happy Days (1974-1984) utilizzò per le prime due stagioni solo risate registrate, e a partire dalla terza stagione, un pubblico vero, come fosse una rappresentazione teatrale, rendendo così le risate reali. Sfortunatamente, in Italia la serie è stata doppiata senza risate in sottofondo.

Gli anni ’80 seguono il filone degli anni ’70 per quanto riguarda l’uso delle risate registrate. Negli anni ’90 escono le sit-com di maggior successo come Frasier, spin-off di Cheers, e Friends. In queste sit-com tornano ad essere presenti le risate registrate per tutta la durata dell’episodio. C’è una novità: alcuni cartoni animati, come I Simpson, usano in alcune rare occasioni le risate registrate. Talvolta quando vengono utilizzate è per scherzo, o per una sorta di parodia a una sit-com.

Dal 2000 in poi si assiste ad una nuova rivoluzione: le risate registrate iniziano a diventare una rarità per una sit-com della durata di 20 minuti. E per questa novità, alcune serie che lo utilizzano per prima, sono quelle che hanno vinto più Emmy Awards – gli Oscar della televisione. Basti pensare a Sex and the City o Scrubs. Dimenticate il pubblico in studio. Dimenticate le laugh track. Date il benvenuto alla telecamera singola e alla voce narrante, che parla e fa le sue  riflessioni iniziali e finali in ogni episodio. Per esempio, in Sex and the City è la protagonista Carrie a parlare; in Scrubs il medico protagonista J.D.; in Malcom in the Middle è Malcom stesso. Le sit-come che hanno mantenuto l’originale filone con le risate registrate sono telefilm come Will & Grace, Tutto in famiglia, La vita secondo Jim, e il più recente The Big Bang Theory e …E alla fine arriva mamma!.

Se da una parte c’è assenza di laugh track, dall’altra parte c’è un eccesso. Nelle sit-com per adolescenti in onda su Disney Channel, c’è un uso smisurato di risate registrate, e gli episodi vengono girati di fronte ad un pubblico vero. Tra queste citiamo Raven, Zach e Cody al Grand Hotel e Hanna Montana. Di recente, però, anche queste sit-com si stanno distaccando dai modelli originali, scegliendo l’assenza di risate registrate, come nei Jonas. Ovviamente, con la sempre più frequente scomparsa delle canned laughter, si cerca un modo più semplice per capire le sit-com senza “ridere”, e un genere che cerca sempre di farsi più strada: la black comedy.

Infine, c’è da dire che le canned laughter non aiutano sempre se una sit-com non è divertente. Soprattutto quando delle sit-come come Friends, Will & Grace vengono doppiate dall’inglese all’italiano. Esse tendono a perdere tutto il classico humour originale della serie. A volte siamo condizionati dalle laugh track: esse sembrano indurre gli spettatori a pensare che una determinata scena o battuta sia divertente, perché sentendo ridere il pubblico, ridono anche loro. Ci sono però alcune sit-com divertenti anche senza laugh track – come quelle già citate. Pro o contro le risate registrate? Sono un insulto agli spettatori? Dopo tutto ci informano dove dobbiamo ridere. Per non cadere nel dubbio, ricordiamoci di guardare le sit-com nel loro format originale poiché rendono di più!

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