giovedì 19 maggio 2011

QUATTRO GINNASTE E UNA TRAVE.


C’è un canale televisivo statunitense, la ABC Family, che negli ultimi anni ha trasmesso dei drama molto interessanti. Tra questi, Make It or Break It, letteralmente “o la va o la spacca” ma anche “avere successo o fallire”, che ha debuttato sul canale lo scorso giugno. Nata come midseason da 10 episodi, la serie si è fatta strada man mano nel palinsesto statunitense diventando una delle serie più seguite sulla ABC Family, dopo La vita segreta di una teenager americana, con una media di oltre 2,5 telespettatori a episodio – un buo, un risultato per questo piccolo canale.
Make It or Break It è un teen drama dei più comuni, dove giovani adolescenti affrontano problemi di tutti i giorni: amici, genitori, ragazzi, con la sola differenza di avere... una medaglia d’oro da vincere. Infatti le quattro protagoniste sono delle giovani promesse olimpioniche che praticano ginnastica artistica a livello professionale. L’idea di questa serie è originale e sembra essere nata con l’intento di far conoscere meglio questo sport, da sempre sottovalutato – e confuso con un suo simile, la ginnastica ritmica, che non è a corpo libero, ma le ginnaste usano degli attrezzi quali cerchio, palla, clavette, nastro e fune. Tra sogni, allenamenti, competizioni, amicizie e rivalità, le quattro ginnaste dovranno dimostrare il loro talento e vincere il più possibile medaglie d’oro, sfidando le atlete provenienti da altre scuoli, al fine di rimanere in tre per partecipare ai prestigiosi giochi olimpionici.
La serie è ambientata nel Colorado, dove in una famosa palestra chiamata The Rock, si allenano tre ginnaste dotate di un talento naturale nella ginnastica artistica. Payson, competitiva e perfezionista; Kaylie, graziosa e futura campionessa; e infine Lauren, affascinante e formidabile alla trave. Le tre sono molto amiche fra loro, grazie alla forza e la determinazione che le unisce. Sono questi gli elementi che hanno permesso loro di gareggiare e vincere le competizioni. Tuttavia, l’equilibrio viene sconvolto con l’arrivo in squadra di Emily, timida ma con delle potenzialità da far tremare il trio di ginnaste. L’accoglienza per Emily non si rivela, quindi, delle più ospitali, poiché Lauren – prima fra tutte – teme di perdere il titolo – e forse teme anche il confronto con la nuova arrivata. Per questo Lauren si allea con Payson e Kaylie per gettare cattiva luce su Emily. Come se non bastasse, il nuovo coach, Marty Walsh, impone regole ed allenamenti duri, senza dar tregua soprattutto ad Emily. In realtà, il coach crede nel potenziale di Emily, infatti pur di averla in squadra le ha assegnanto una borsa di studio. Questo ambiente per Emily è del tutto nuovo e per niente facile, ma grazie alla sua testardaggine e determinazione riuscirà ad ottenere ciò che vuole.
 Nel corso delle competizioni emergono i caratteri di ogni atleta che si incontrano/scontrano  appena mettono piede in pedana. L’impatto col pubblico e l’ansia della prestazione coinvolgono non solo gli atleti, ma anche i telespettatori. Esercizi alla trave, corpo libero, voltaggio e parallele asimmetriche: sono loro i protagonisti per antonomasia della serie tv, e di uno sport che, senza di essi, non potrebbe esistere.

mercoledì 18 maggio 2011

L’ARTE DEL MENTIRE, OVVERO “LIE TO ME”, “THE MENTALIST” E I VOLTI DELLA MENZOGNA


Mai fidarsi delle apparenze. Mai fidarsi solo delle parole. La gente mente di continuo e lo fa non attraverso delle sillabe, ma attraverso gli occhi e i gesti. Altrimenti perché diremmo che gli occhi sono lo specchio dell’anima? A investigare e scoprire i traditori del governo e i serial killer, ci pensano due squadre investigative molto speciale: da una parte il CBI (California Bureau Investigation) di The Mentalist, dall’altra una sezione speciale dell’FBI di Lie To Me.  Ciò che caratterizza le due serie tv è l’affrontare “il cattivo, il nemico” con la psicologia, con l’arte dell’osservazione dei volti umani. Niente scene di lotta, di combattimento o cose simili. Il tutto sta nell’accurata osservazione dei dettagli. Un po’ come se si osserva un fenomeno scientifico e si cerca di capirne tutti i perché e i cosa abbia creato il processo. I due telefilm sembrano uguali, eppure sono diversi per certi versi. Entrambi si focalizzano su un personaggio principale, che ha un background alle spalle, una storia da raccontare, e nel corso della serie ne scopriremo i vari segreti che ci sono dietro. Procediamo con ordine.
In The Mentalist, il protagonista è un consulente, ex truffatore ed ex finto sensitivo, che dopo aver preso per i fondelli il noto serial killer Red John, si ritrova con moglie e figlia uccise dallo stesso killer. Il colpo è fortissimo per il protagonista, che in seguito decide di accettare lavoro come consulente per il CBI, dove, grazie alle sue doti da mentalist – non si definisce mai un sensitivo – aiuta la sua squadra a risolvere i casi. The Mentalist appare meno scientifico rispetto a Lie To Me, e più incentrato sui casi di omicidio. A volte, con il suo spirito troppo sicuro di sé, il consulente Patrick Jane rischia di mettere in pericolo le vite delle persone che gli stanno accanto. La tensione è meno alle stelle, in quanto Patrick fa affidamento sul suo istinto e su una serie di supposizioni, che alla fine si rivelano sempre giuste, per scovare gli assassini e risolvere così gli omicidi.
In Lie To Me, la cosa si fa più intrigante; l’austero, puntiglioso e a volte altezzoso, Cal Lightman, riesce a capire tramite una micro espressione del viso, se la persona davanti a lui sta mentendo. Naturalmente anche Lightman, come Jane, è aiutato da un gruppo di ricercatori e psicologi. A differenza di The Mentalist, Lie To Me è in un certo senso più reale, in quanto i casi prendono spunto da fatti realmente accaduti, che coinvolgono il governo e l’opinione pubblica. Tanto per rendere il tutto più interessante, il personaggio di Lightman è basato su Paul Elkam, un rinomanto psicologo esperto del linguaggio del corpo e di microespressioni. Questo a dimostrare come le persone mentono in media 3 volte all’interno di una conversazione di 10 minuti. Come già citato prima, questo telefilm è più scientifico e accurato nel raccontare i fatti. Il telefilm è basato su scienza reale – per questo ci sembra più vero nei fatti – che utilizzano alcune agenzie federali di sicurezza nazionale, per scovare i traditori e i politici assassini.
Due telefilm così uguali eppure così diversi, che ci presentano due personaggi alquanto interessanti con una caratteristica in comune: capire quando le persone mentono. Due stili di vita e due metodi diversi di presentarsi e di investigare – Patrick Jane è più estroverso, solare, divertente, che rende la serie poliziesca di intrattenimento, tuttavia diventa severo e senza scrupoli quando si parla di Red John e la sua voglia di vendetta esce fuori; Cal Lightman è austero, altezzoso, sa quello che fa e quello che dice, anche se spesso ferisce i sentimenti altrui, o non si accorge delle persone che ha intorno – che possono colpire, divertire ma sicuramente mai annoiare. Due serie innovative che nel corso delle stagioni, ci sveleranno nuovi metodi d’indagine e nuovi casi veranno risolti. Quando si dice, “guardare in faccia la verità”, queste due serie tv hanno esattamente capito come fare.

mercoledì 4 maggio 2011

AMORE TRA I BISTURI


Chirurgia è sexy.” Esordisce così nel 2005, un po’ in sordina, per poi diventare uno dei serial televisivi con record di ascolti, uno dei più visti in America. Grey’s Anatomy nasce dal genio Shonda Rhimes, che crea un telefilm ricco di medicina quanto di relazioni sentimentali tra i vari chirurgi. Ambientato nel Seattle Grace Hospital, la serie tv racconta la storia di Meredith Grey, figlia della famosissima Ellis Grey, inventrice dell’anatomia di Grey – il telefilm gioca sul nome di Grey, in quanto il vero inventore dell’anatomia è un uomo, e fa di cognome Gray, anziché Grey.
Meredith Grey si sveglia accanto ad un uomo sconosciuto con cui ha passato una notte di passione, dopo averlo conosciuto in un bar. L’imbarazzo iniziale viene presto superato, e tutto sembra tornare alla normalità – per Meredith quell’uomo non è altro che l’ennesima the one night stand, “l’avventura di una notte”. Quello che però la coglie di sorpresa è che nel primo giorno del suo lavoro da specializzanda al Seattle Grace Hospital, quell’uomo del bar altri non è che Derek Shepard, suo capo di chirurgia, anch’egli al suo primo giorno di lavoro all’ospedale. Meredith e Derek cercano di nascondere l’attrazione che provano l’una per l’altro, anche perché sarebbe anti-professionale, essendo lei una tirocinante e lui il suo capo. Ma inevitabilmente si innamorano e non possono fare a meno l’uno dell’altra. La storia impossibile tra i due, è ricca di colpi di scena, ma anche di alti e bassi, soprattutto a causa del comportamento di Meredith; la ragazza all’inizio della serie si definisce dark and twisty, ovvero “oscura e lunatica”, un atteggiamento derivante in parte dalla difficile infanzia – suo padre le abbandonò quando lei era piccola – e dal rapporto contrastato con sua madre, Ellis Grey, un tempo il Dio della chirurgia, e oggi una malata di Alzheimer. Meredith nasconde a tutti la malattia di sua madre, che non riconosce neanche sua figlia, ma ben presto la verità viene fuori.
Intorno a Meredith e Derek, ruotano altri altrettanto complessi personaggi, che nominarli tutti sarebbe impossibile, dato che la serie è arrivata felicemente alla sesta stagione e ha già ordinato una settima. Tra quelli di rilievo, cito: Cristina Yang, una specializzanda determinata, professionale e testarda, che fa di tutto per avere la meglio. Diventerà la migliore amica di Meredith, “la sua persona”. Poi ci sono gli altri specializzandi, Izzie Stevens, George O’Malley – innamorato perso di Meredith ma non ricambiato – e Alex Karev, decisamente quello più fuori dal gruppo per i suoi atteggiamenti da duro e da vero bastardo. Dopo gli screzi iniziali, tra Izzie e Alex nascerà un sentimento più profondo, ma anche loro, come tutte le coppie di Grey’s Anatomy, non avranno vita facile! Tra i capi di chirurgia, oltre a Derek, cito Preston Burke, – primo grande amore di Cristina; purtroppo lascia la serie solo a fine terza stagione, lasciando Cristina all’altare – Addison Montgomery, – moglie di Derek, in seguito ex moglie, anche lei lascia la serie a fine terza stagione per cominciare una nuova vita a Los Angeles – Miranda Bailey, – chiamata “la nazista” per i suoi metodi da dura – Mark Sloan – migliore amico di Derek, che ha avuto una relazione con Addison e questo ha causato sia la fine del matrimonio con Derek, sia la fine dell’amicizia tra Mark e Derek – e infine Richard Webber – primario di chirurgia, ha avuto una storia con Ellis Grey. Più avanti nella serie si scopre che fu Richard la causa della fine del matrimonio tra Ellis e il marito e la conseguente malattia della donna.
Cosa rende questa serie una delle più pluripremiate e più viste al mondo? La complessità dei casi medici e l’intrecciarsi delle relazioni personali tra i chirurgi. Inoltre, il filo narrativo e le riflessioni, fatte a inizio e a fine episodio, dalla voce fuori campo di Meredith. La creatrice Shonda Rhimes sa colpire il pubblico dritto al cuore. Quello che ho cercato di dar prima è solo una lista dei personaggi più noti di Grey’s Anatomy, solo per rendere l’idea di quanto siano intrecciate le relazioni tra i vari personaggi. I casi medici presentati a volte sono fuori dall’ordinario e raggiungono picchi di ascolto mai registrati prima. Basti pensare che l’episodio del “Codice Nero” della seconda stagione è stato visto da una media di 37 milioni di telespettatori!
È pur vero che una serie tv, dopo tanto successo, registri qualche calo. L’inaspettato calo di ascolti si è verificato con l’inizio della quarta stagione. Non solo dalla serie se ne erano andati due dei personaggi cardini, come Burke – l’attore fu licenziato da Shonda Rhimes in seguito alle accuse che rivolse al suo collega T.R. Knight, alias George, in seguito alla sua rivelazione della sua omosessualità – e Addison – che andava a L.A. per dar vita allo spin-off Private Practice – ma anche per via dello sciopero degli sceneggiatori che colpì molte serie tv durante il 2008. L’introduzione di nuovi personaggi, – a partire dalla quarta stagione – la dipartita di alcuni – l’ultimo grande abbandono fu quella di Katherine Heigl, alias Izzie, che lasciò il telefilm di recente – e il crearsi di storie sempre più intrecciate tra loro, diminuirono l’interesse verso i casi medici e il conseguente calo di ascolti, fino ad arrivare ad un massimo di 10 milioni di telespettatori negli ultimi episodi della sesta stagione.
Nonostante ciò, Grey’s Anatomy sembra si stia riprendendo ultimamente, anche se lentamente, è chiaro. Speriamo sia così e che non faccia la fine di E.R., in cui tutti i personaggi originari hanno finito per abbandonare la serie e lasciare il posto a nuovi. Grey’s Anatomy non merita certo questa fine, dopo i tanti Emmy che si è aggiudicato nel corso degli anni. Shonda sembra avere sempre delle sorprese a portata di mano, e lo abbiamo visto in precedenza. E chissà se a fine stagione non ci scappi anche il morto.